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David Burliuk | Il padre del Futurismo russo

David Davidovich Burliuk /Дави́д Дави́дович Бурлю́к (1882-1967) è stato uno scrittore, pittore, giornalista, illustratore di libri, futurista e neo-primitivista ucraino, associato al movimento futurista russo. Burljuk è spesso descritto come "Il padre del futurismo russo".
David Burljuk nacque a Char’kov 1882 da una famiglia della classe privilegiata russa. Sua moglie fu istruita con i rampolli dello zar. Nel 1898 frequentò le scuole d’arte di Kazan e poi di Odessa e Mosca.
Nel 1902 si recò a Monaco per studiare presso Azbé, W. Diez e Archipov e nel 1904 frequentò a Parigi lo studio di Cormon.
I suoi primi lavori si rifecero all'arte Fauve "violenti nei colori e dalla verniciata greve" e furono esposti alla mostra del "Blaue Reiter" di Monaco.
Tornato a Mosca nel 1907 entrò in rapporto con gli artisti delle avanguardie ed in particolare strinse amicizia con Larionov e Goncarova.
L’influenza di costoro lo spinsero verso il Primitivismo il cui contributo è stato sovente trascurato a favore del più noto intervento sulla scena letteraria Cubo-Futurista.


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Carole Feuerman, 1945 | Scultrice iperrealista

Carole A. Feuerman è una scultrice ed autrice Americana che lavora nell'iperrealismo. Lei è una dei tre principali artisti con cui ha ufficialmente fondato il movimento alla fine degli anni 1970.
È l'unica donna a scolpire in questo stile.
La sua carriera è evidenziata da opere iconiche figurative di nuotatori e ballerini.
È stata inclusa in mostre alla Smithsonian Institution's National Portrait Gallery; al Museo Statale Hermitage di San Pietroburgo, in Russia; alla Biennale di Venezia ed a Palazzo Strozzi a Firenze, tra gli altri.

Carole Feuerman | Mona Lisa

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Pedro Salinas | Sarai amore / Serás, amor / I wonder, love

Sarai amore,
un lungo addio che non finisce?
Vivere, dal principio, è separarsi.

Già fin dal primo incontro
con la luce, e le labbra,
il cuore percepisce quell’angoscia…
di dover esser cieco e solo un giorno.

Lawton Silas Parker;| Autumn Sunlight

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Vincent van Gogh | Fleurs dans un verre (Auvers, 1890)

"Fleurs dans un verre" belongs to a very small group of floral still lifes that Vincent van Gogh completed in his seventy day residency in Auvers-sur-Oise, where he would bring his life to an end in the height of the summer of 1890.
In his seventy days in Auvers, van Gogh would paint seventy or so canvases, a huge output by any measure.
Many of these canvases represent the village of Auvers itself and its immediate surroundings. There are also major portraits and, rarer still, still lifes such as Fleurs dans un verre. | © Sotheby's

Vincent van Gogh | Fleurs dans un verre (Auvers, 1890)

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Dino Buzzati | Un amore | Capitolo XX

Lo guardò con una specie di paura. No. Marcello non è un tipo da fare paura nemmeno a lui Antonio, cinquantenne. Arrivò con uno scooter, era vestito con discreto cattivo gusto, una cravatta variegata gialla e verde, un abito a righe. Ma la faccia? L'importante era la faccia. La faccia corrispondeva alle descrizioni della Laide. Era un giovane piuttosto alto, più alto di Antonio, leggermente curvo tuttavia. Ma la faccia? La faccia era l'importante
La faccia corrispondeva, corrispondeva fino in fondo. Brutto? Non brutto. Peggio. Inespressivo, privo di vita, ottuso. Non brutto però.
Gli occhi, soprattutto gli occhi. Senza guizzo, senza scintilla, senza neppure intenzioni o sottintesi. Bonario, vagamente goffo. Sì, corrispondeva perfettamente. Le presentazioni. L'imbarazzo fu minimo.

Dino Buzzati

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Claude Monet | Frost, 1875

Standing side by side, Claude Monet and Pierre-Auguste Renoir painted the same view of this garden in winter.
Both used finely nuanced shades of brown and blue, although Monet added an element of warmth to his view by means of yellowish light and a touch of red.
He executed the branches with strong brushstrokes, while Renoir’s depiction of the bushes is more filigree (Musée de l’Orangerie, Paris).
More than any other Impressionist, Claude Monet was fascinated by colored reflections on surfaces covered in snow, frost, ice, or hoarfrost.


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Heinrich Heine | Amore mio, noi sedevamo insieme

Amore mio, noi sedevamo insieme
nell’intimo d’una barca leggera.
Navigavam nella notte silente
sulla strada infinita dei flutti.

L’isola degli Spiriti, sì bella,
tenue appariva al chiarore lunare;
al suono dolce d’una melodia

Lawton Silas Parker | Midsummer Idyll