Quel giorno Laide sembrava più allegra e spensierata del solito. Che accanto a lui si sentisse finalmente a suo agio?
Che un principio di intimità umana cominciasse a crearsi fra loro? Una bella fetta di sole entrava di sbieco nella camera da letto battendo sulla "moquette" verde e illuminando di riflesso l'intera stanza lietamente. Erano già distesi sul letto, lei ancora in sottoveste.
Ecco, per Dorigo nella consapevolezza certa dell'amore imminente, i rari momenti di tregua e di sollievo. Non più il dubbio che lei non telefonasse più, che svanisse nel nulla, che senza preavvisi avesse lasciato Milano per sempre, non più il supplizio dell'attesa quando si avvicinava l'ora della chiamata promessa, con l'atroce stillicidio dei minuti una volta varcato il termine e allora le congetture, i sospetti, le speranze via via sfuggenti si aggrovigliavano in un vorticoso crescendo che lo trasformava in una specie di ebete automa. L'incredibile ancora una volta si era avverato.
Dino Buzzati |