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Claude Monet | Lo stile


Claude Monet è stato il sostenitore più convinto ed instancabile del «metodo impressionista» che vide già riassunto nelle opere dell'amico Manet. Per comprendere appieno la carica rivoluzionaria della figura di Monet, tuttavia, è necessario calarla con precisione nell'ambiente storico ed artistico francese della seconda metà dell'Ottocento.
La Francia della seconda metà del XIX secolo era una nazione viva, moderna, ricca di magnificenze e di contraddizioni, che in seguito all'offensiva prussiana del 1870 aveva conosciuto un impetuoso sviluppo economico e sociale che, tuttavia, aveva inizialmente mancato di investire le arti figurative.

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Trung Cao | Realist painter

- "I’m a realist artist residing in the Vallejo, California. While oil is my favorite medium, I also work in graphite, charcoal, acrylic and gouache. My artwork reflects on themes of values and exquisite beauty, real or imaginary.
Through the lens of classical art admiration, and behind the aesthetic surface, many of my work critique on how we derive values and meanings from myth, folklore, legend, and the generality of storytelling".


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Vincent van Gogh | Still Life of Oranges and Lemons with Blue Gloves, 1889

Vincent van Gogh painted this picture soon after his release from the hospital, where he was recovering from the disastrous final days of Paul Gauguin’s stay with him in Arles.
In a long letter to his brother Theo posted January 23, 1889, he mentions creating this painting alongside several other issues, including the need to make money through picture sales. He likely had the market in mind in painting this still life.

The painter was clearly attracted to the shapes and hues of the citrus fruit arrayed in the wicker basket, and the way their varied orb shapes play against the weave of the dried sticks, the whole set off by the prickly needles of the cypress branches. Van Gogh refers in his letter to an "air of chic" in this picture, prompted perhaps by the inclusion of blue garden gloves.
The painting reveals the artist’s extraordinarily original sense of color, as well as his richly expressive paint application as he struggles to evoke the nubby waxen skin of the various fruits, the spiky fur of the branches, and the limp material of the worn gloves.


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Léon Comerre (1850-1916)

Léon-François Comerre è stato un pittore e scultore Francese. Fu un artista Accademico Orientalista. Era lo zio di Albert Gleizes.
Léon-François Comerre era figlio di Oscar-Louis, insegnante, e di Appoline Knorr. Nel 1853, tre anni dopo la sua nascita, tutta la famiglia si trasferì a Lilla. Molto presto, in età giovanile, egli manifestò un vivo interesse per l'arte e s'impegnò negli studi artistici, divenendo allievo di Alphonse Colas.
A diciassette anni ottenne una Medaglia d'oro dall'Accademia di Lilla e una Borsa di studio dal Dipartimento del Nord che gli permise di continuare i suoi studi a Parigi.


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Dino Buzzati | Un amore | Capitolo XIV

D'improvviso si rende conto di quello che forse sapeva già ma finora non ha mai voluto crederci.
Come chi da tempo avverte i sintomi inconfondibili di un male orrendo ma ostinatamente riesce a interpretarli in modo da poter continuare la vita come prima ma viene il momento che, per la violenza del dolore, egli si arrende e la verità gli appare dinanzi limpida e atroce e allora tutto della vita repentinamente cambia senso e le cose più care si allontanano diventando straniere, vacue e repulsive, e inutilmente l'uomo cerca intorno qualcosa a cui attaccarsi per sperare, egli è completamente disarmato e solo, nulla esiste oltre la malattia che lo divora, è qui se mai l'unico suo scampo, di riuscire a liberarsi, oppure di sopportarla almeno, di tenerla a bada, di resistere fino a che l'infezione col tempo esaurisca il suo furore. Ma dall'istante della rivelazione egli si sente trascinare giù verso un buio mai immaginato se non per gli altri e d'ora in ora va precipitando.

Dino Buzzati | Il lampione, 1926

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Dino Buzzati | Un amore | Capitolo XIII

Ora non si incontravano più dalla signora Ermelina. La Laide gli disse che aveva litigato con la signora Ermelina e lo condusse in casa di un'amica. Ma poi lui approfittò dell'appartamento di Corsini, un amico quasi sempre assente da Milano.
Era un bell'appartamento in fondo a via Vincenzo Monti, vicino alla Fiera, era un appartamento allegro con un grande soggiorno e una scala interna che conduceva di sopra alle camere da letto. Il suo amico non c'era quasi mai, comunque di pomeriggio praticamente era sempre libero.

Dino Buzzati | Romantica, 1926

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Dino Buzzati | Un amore | Capitolo XII

Non ci pensa più, erano passati quasi quindici giorni, non ci pensava più. E' nel suo studio, mezzogiorno, ha fretta di sistemare il lavoro perché alle due e mezza verrà a prenderlo l'amico Cappa per andare a Saint-Moritz, lo preoccupa piuttosto il tempo perché sembra che stia per piovere, oramai non ci pensava proprio, il telefono suonò.

Meccanicamente, alzò il microfono.
- "Pronto". Quella voce con l'erre. Era la seconda volta che la Laide gli telefonava. La voce gli penetrò dentro, gli scendeva nel petto. Un senso di meraviglioso sollievo. Come mai questo sollievo? Ma se alla Laide aveva rinunciato. Se non ci pensava più. Perché questa gioia?