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Renato Guttuso | Pittore neorealista

Renato Guttuso, all'anagrafe Aldo Renato Guttuso (Bagheria, 26 dicembre 1911 - Roma, 18 gennaio 1987), è stato un pittore e politico Italiano, impropriamente indicato come esponente del realismo socialista, protagonista della pittura neorealista italiana che si espresse negli artisti del Fronte Nuovo delle Arti, senatore dal 1976-1983.
Figlio di Gioacchino (1865-1940), agrimensore e acquerellista dilettante, e di Giuseppina d'Amico (1874-1945) – che preferirono denunciare la nascita a Palermo il 2 gennaio 1912 per contrasti con l'amministrazione comunale di Bagheria dovuti alle idee liberali dei coniugi – il piccolo Renato manifestò precocemente la sua predisposizione alla pittura.


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Jack Vettriano (Scozia, 1951)

Jack Hoggan, noto come Jack Vettriano, è un pittore scozzese di origini italiane, onorato da Elisabetta II d'Inghilterra con l'Ordine dell'Impero Britannico.
Cresce nella città industriale di Methil, Scozia.
Lasciati gli studi a 16 anni, diviene apprendista minerario e comincia a dipingere negli anni settanta con un set di acquerelli ricevuti in regalo per il suo ventunesimo compleanno.


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Rolando Cubero, 1957 | Costa Rica

La carriera di Rolando Cubero come pittore è iniziata nel 1975 con un'opera di tendenza surrealista.
Da allora i suoi dipinti iniziarono ad esporre sia in Costa Rica che in mostre internazionali in America Centrale.
Negli gli anni '80 il suo lavoro cade sotto l'influenza del realismo magico latinoamericano ed è esposto in gallerie ed eventi in Venezuela, Colombia, Panama, Honduras, El Salvador, Guatemala e Messico.


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Iban Barrenetxea, 1973


Dopo aver lavorato per anni come grafico, l'illustratore Spagnolo Iban Barrenetxea ha cominciato a pubblicare libri per ragazzi e bambini nel 2010, scrivendo e disegnando, con uno stile iconico e personalissimo, pieno di rimandi alla favolistica tradizionale ma nuovo, contemporaneo e spiazzante.
Autore ed illustratore di oltre una dozzina di album, Iban Barrenetxea - nato ad Elgoibar in Spagna - ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali tra cui la Menzione d’onore alla Biennale internazionale di Bratislava 2011, l’inclusione nei White Ravens del 2014 ed il Premio Letteratura Ragazzi, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento 2017.
I suoi libri sono stati tradotti in francese, russo, giapponese, cinese, italiano, portoghese e coreano e le sue illustrazioni sono state esposte in Spagna, Italia, Regno Unito, Portogallo e Giappone.

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Hernán Valdovinos, 1948

Valdovinos è nato a Santiago del Cile.
In tenera età, ha studiato arte con sua madre, Maruja Prats, lei stessa un'artista originale e rispettata e si è laureato presso l'Istituto di Belle Arti dell'Università del Cile.
All'età di nove anni, Valdovinos continuò a studiare pittura e scultura con Kurt Herdan e Tótila Albert e ha mostrato per la prima volta il suo lavoro individuale la loro galleria.


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Hans Zatzka | Le ninfe

Hans Zatzka (1859-1949), artista ed innovatore, è noto soprattutto per le rappresentazioni colorate di immagini stravaganti, spirituali e mitologiche. Si concentrava spesso su allegorie e fiabe, e molti dei dipinti di Hans Zatzka raffiguravano donne, dal sensuale Il sogno ad occhi aperti di Demetra alla maestosa Madonna col Bambino.
Ha anche prodotto illustrazioni ad olio incredibilmente dettagliate, con titoli autoesplicativi, come Natura morta con fiori, uccelli e farfalle e Mughetti in un bicchiere.
Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo le opere d'arte di Hans Zatzka in vendita divennero popolari come i cosiddetti quadri da camera da letto.


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Plinio Nomellini | La donna del mare

Plinio Nomellini (Livorno, 6 agosto 1866 – Firenze, 8 agosto 1943) è stato un pittore Italiano della corrente Divisionista.
Dopo un'iniziale formazione macchiaiola, condotta all'insegna del maestro Giovanni Fattori, Nomellini si distacca, almeno parzialmente da quella tradizione. Il quadro che rappresenta ufficialmente il distacco è il fienaiolo del 1888, presentato alla promotrice di Firenze, che ottiene la stima incondizionata di Telemaco Signorini e lo scetticismo, se non addirittura il rancore, del caposcuola Giovanni Fattori, che lo informa del rischio di diventare “servo umilissimo di Pissarro e Manet”.