"A Vendetta" is an oil on canvas by Massimo D'Azeglio, created in 1834-1835.
The painting, measuring 179 x 225 cm, is part of the collection of the GAM - Galleria d'Arte Moderna di Milano.
Massimo Taparelli, Marquess of Azeglio (24 October 1798 - 15 January 1866), commonly called Massimo d'Azeglio, was an artist, writer and minister during the Italian Risorgimento.
A vendetta belongs to the historical landscape genre - this refers to landscape paintings drawn "from life" or in a realistic fashion, but populated with figures from history or literature.
Massimo D'Azeglio | Una vendetta, 1834-1835 | GAM - Galleria d'Arte Moderna di Milano
This canvas, in fact, makes reference to a heinous murder.
Only 3 elements make up the account of the crime: a desolate landscape with a storm looming on the horizon, a corpse in the foreground, and the bandits who are escaping in the distance.
D'Azeglio uses the canvas to demonstrate all the power of nature and its expressive and emotional capacity: the sublime vision is made up of quick and hurried brushstrokes, dark light, and earthy, bruise-hued colors that undoubtedly amplify the intensity of the drama.
This painting announced the Turin-born landscapist's full commitment to romantic poetry, abandoning the likable atmospheres that had characterized the previous decade's artistic output.
Francesco Hayez | Ritratto di Massimo d'Azeglio, 1860 | Pinacoteca di Brera
"Una vendetta" è un olio su tela di Massimo D'Azeglio, realizzato nel 1834-1835.
Il dipinto, che misura 179 x 225 cm, fa parte della collezione della GAM - Galleria d'Arte Moderna di Milano.
Massimo Taparelli d'Azeglio (Torino, 1798-1866) è stato un politico, patriota, pittore e scrittore Italiano.
"Una vendetta" appartiene al genere del paesaggio istoriato - ovvero la rappresentazione paesaggistica "dal vero" animata da personaggi tratti da testi storici o romanzati.
La tela rimanda infatti ad un efferato omicidio.
La scena del crimine viene descritta con soli tre elementi: una landa desolata con un temporale imminente all’orizzonte, un cadavere in primo piano ed i banditi che fuggono in lontananza.
In questa tela D’Azeglio fa emergere tutta la forza della natura, la sua capacità espressiva e sentimentale, in una visione sublime fatta di pennellate veloci e sommarie, di una luce oscura, di colori terrosi e lividi che, inesorabilmente, amplificano l’intensa drammaticità della scena.
Giuseppe Molteni | Ritratto di Massimo d'Azeglio (Ritratto d'uomo), 1835
Questo dipinto decretò la piena adesione del paesaggista torinese alla poetica romantica, abbandonando le amene atmosfere che avevano invece connotato la produzione pittorica del decennio precedente.