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Luigi Busi | Genre painter

Luigi Busi (1837-1884) was an Italian painter, born in Bologna.
Busi studied at the Academy of Fine Arts of Bologna, though by 1868, he is documented to be in Milan.
He was named academic professor at the Bolognese Academy in 1871.
In 1876, he was named Honorary Associate of the Brera Academy.
His early training was in an environment characterized by Realist depictions.



Busi painted many fresco commissions in Bologna, including the decoration of the Room contiguous to the Council Hall in the Palazzo Comunale.
Here he frescoed the Annexation of Emilia.
At the Collegio Venturoli, where Busi himself at one time studied, he painted Last moments of Francesco Foscari (1862), for the municipal theater, he painted frescoes (1866) in collaboration with the painter Luigi Samoggia.
He painted the altar frescoes depicting the Martyrdom of Saints Vitale and Agricola (1874) for the church of Sant Vitale and Agricola.

Busi also painted in a chapel of the church of the Madonna del Soccorso and an Adoration of the Magi in the chapel of Villa Hercolani at Belpoggio.
At Imola, he decorated with frescoes the staircase of the Palazzo Pighini, and the dome of the Sanctuary of Piratello.
In the latter work, he was assisted by Alessandro Guardassoni.
Among his historical canvases are: Confession of Isabella Orsini (1866); Torquato Tasso and Cardinal Cinzio Aldobrandini at the Convent of Sant'Onofrio, Rome (1867) and The last moments of Niccolò de' Lapi.


Among his genre works are: Un'ora d'ozio in villa, Una debolezza femminile, Le gioie materne (1872), Il paggio e la duchessa, Compiacenze materne (1875), La visita alla puerpera, Le due madri (exhibited in Paris, 1878), Tutti hanno il loro nido, Il giorno onomastico di Bebé, La Parisina and Conseguenze di un matrimonio celebrato col solo rito religioso (1875, Brera).
Busi died in Bologna in 1884. | Source: © Wikipedia







Luigi Busi (Bologna, 1837-1884) è stato un pittore Italiano.
È stato tra gli artisti più innovativi sulla scena bolognese di metà Ottocento.
I suoi meriti artistici sono stati riconosciuti anche a livello ufficiale, egli difatti ottenne la nomina di Socio onorario presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, di Bologna e di Perugia, oltre al titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.


Luigi Busi, figlio di Giuseppe Busi e di Maria Passarotti, a 12 anni entra a far parte del Collegio Artistico Venturoli frequentando contemporaneamente anche i corsi di Clemente Alberi e Napoleone Angiolini in Accademia.
L’artista si fa notare all’Esposizione della Società Protettrice di Bologna del 1855 con l’opera Giacobbe e Rachele e due anni dopo presenta alla medesima esposizione il Ritratto di Nicolò de’ Lapiprima del supplizio.


Nel 1857 realizza inoltre il Ritratto dell’amministratore conte Agostino Salina con il quale si aggiudica il Pensionato Angiolini e parte per Roma.
Tra il 1858-1862 visita Firenze, Genova, Torino e Milano, aggiornandosi sulle novità stilistiche e formali proposte dagli artisti progressisti, come Domenico Morelli, Francesco Saverio Altamura e Stefano Ussi, che influenzano profondamente la sua arte.
Probabilmente a questi anni risale la conoscenza di Telemaco Signorini, con cui nasce una profonda amicizia destinata a durare nel tempo.
Nel 1862 realizza Le ultime ore del Doge Foscari, prova finale della Pensione Angiolini.
L’anno seguente partecipa con nove opere all’Esposizione delle Accademie dell'Emilia Romagna, ottenendo una menzione onorevole.


Del 1863-64 è il capolavoro Torquato Tasso ed il Cardinale Cinzio Aldobrandini nel convento di Sant’Onofrio a Roma, selezionato per l’Esposizione universale di Parigi del 1867.
Tra il 1866-1871 esegue il ritratto di Cavour e Minghetti, Cristoforo Colombo e Vittorio Emanuele II e le annessioni per il Salone del Risorgimento del marchese Luigi Pizzardi.
Nel corso degli anni Settanta Luigi Busi abbandona la pittura di storia per dedicarsi alla rappresentazione di scene famigliari ambientate in deliziosi interni borghesi, tra cui Gioie materne, I primi passi, Visita alla puerpera.


Partecipa all’Esposizione Nazionale di Parma (1870) e di Napoli (1877), ed a diverse edizioni delle Esposizioni di Milano, ricevendo apprezzamenti dalla critica.
Nel 1872 è nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia per i meriti artistici, l’anno seguente riceve una medaglia all’Esposizione Universale di Vienna e nel 1878 è all’Esposizione Universale di Parigi.

Alla pittura degli affetti, affianca opere di soggetto religioso come il grande dipinto del Martirio dei SS. Vitale e Agricola per la chiesa bolognese dedicata ai due santi, le decorazioni della Cappellina di Villa Hercolani Belpoggio a Bologna e la cupola del Santuario della Beata Vergine del Piratello, nei pressi di Imola, in collaborazione con Luigi Samoggia e Alessandro Guardassoni.


Tra le decorazioni a fresco si ricordano i plafond del Teatro Comunale di Bologna (1861-66), del Teatro Lauro Rossi di Macerata (1870) e del Teatro Marrucino di Chieti (1874), oltre alle decorazioni di alcuni ambienti della Banca d’Italia di Firenze (1870), dei soffitti dell’atrio e delle sale d’aspetto della nuova stazione di Bologna (1875-76) e della Sala Rossa del Palazzo Comunale di Bologna (1876-77), realizzate con l’ausilio di Luigi Samoggia.
Agli anni Ottanta risalgono le opere murali della Sala Greca e della Sala degli Etruschi nel Museo civico archeologico di Bologna (1881) e le commissioni imolesi ottenute insieme al Samoggia di Palazzo Pighini e Palazzo Vacchi Suzzi.


Colpito da infermità mentale nel 1882 è ricoverato per alcuni mesi nel manicomio presso Villa Sbertoli a Pistoia.
Al 1883 risale la sua ultima partecipazione pubblica all’Esposizione Nazionale di Roma e l’anno seguente, sopraffatto dalla malattia, muore a Bologna all’età di soli 47 anni. Viene sepolto alla Certosa di Bologna nella tomba di famiglia.
Nel 2018 l’Associazione Bologna per le Arti gli ha dedicato la prima mostra monografica, a cura di Stella Ingino. In questa occasione è stato inoltre pubblicato il primo catalogo interamente dedicato all’artista. | Fonte: © Wikipedia