Francine Van Hove, 1942
Scaccia la paura
e la paura della paura.
Per qualche anno le cose basteranno.
Il pane nel cassetto
e il vestito nell’armadio.
Non dire mio.
Hai preso le cose solo in prestito.
Vivi nel tempo e capisci
che poche cose ti servono.
Accasati.
E tieni pronta la valigia.
È vero quello che dicono:
ciò che deve succedere, succederà.
Non andare incontro alla pena.
E quando arriva,
guardala tranquillamente.
Francine Van Hove, 1942
È effimera come la felicità.
Non aspettare nulla.
E abbi cura del tuo segreto.
Anche il fratello tradisce
se si tratta di te o di lui.
Prendi la tua ombra
come compagna.
Scopa bene la tua stanza.
E saluta il tuo vicino.
Aggiusta il recinto
e anche il campanello alla porta.
Francine Van Hove, 1942
Tieni aperta la ferita dentro di te
sotto il tetto delle cose che passano.
Strappa i tuoi piani. Sii saggio
e credi nei miracoli.
Sono iscritti da tanto tempo
nel grande piano.
Scaccia la paura
e la paura della paura.
Francine Van Hove, 1942
Mascha Kaléko | La mia poesia più bella
La mia poesia più bella?
Io non la scrissi.
Emerse dal profondo delle profondità.
La tacqui.
Francine Van Hove, 1942
Mascha Kaléko | Mein schönstes Gedicht
Mein schönstes Gedicht?
Ich schrieb es nicht.
Aus tiefsten Tiefen stieg es.
Ich schwieg es.
Francine Van Hove, 1942
Mascha Kaléko (1907-1975) è stata una poetessa ebrea Tedesca nata in Galizia ed esule per anni negli Stati Uniti e in Israele, fu una voce poetica unica e memorabile, capace di raccontare in modo tenue ed oscuro le profondità della natura umana.