Giacométti, Alberto - Scultore e pittore svizzero (Stampa, Grigioni, 1901 - Coira 1966), figlio di Giovanni.
Frequentò la scuola d'arte di Ginevra; nel 1920-21 fu a Roma; nel 1922 si stabilì a Parigi, ove frequentò Bourdelle e s'iscrisse all'Académie de la Grande-Chaumière.
Dal 1925-1928 eseguiva sculture di carattere decisamente cubista.
Nel 1929 aderì al movimento Surrealista, realizzando degli objets e delle constructions-cages (Boccia sospesa, 1930, Zurigo, Kunsthaus) e dall'esperienza surrealista trasse un senso magico dello spazio, talvolta definito per mezzo di fragili strutture lineari (Palazzo alle 4 del mattino, 1932-33, New York, Museum of modern art).
Ciò si osserva nel successivo ritorno alla figura umana, nella quale le relazioni tra spazio ed ambiente sono suggerite dall'esile, sensibile plastica delle figure, che talvolta rievocano le forme dei bronzetti preistorici; il tema prediletto della sua scultura è la solitudine, la vulnerabilità dell'uomo nell'infinita vacuità dello spazio (Uomo indicante, 1947, Londra, Tate Gallery).
Restò a Ginevra durante tutta la seconda guerra mondiale.
Nel 1947 riprese a dipingere e a disegnare dal vero, come negli anni della giovinezza, coltivando tuttavia nello stesso tempo la scultura.
Il senso angoscioso dell'esistenza che definisce l'opera di G. è stato particolarmente avvertito da J.-P. Sartre.
Nel 1962 ottenne il gran premio alla Biennale di Venezia e nel 1965 il Grand prix des arts de la ville de Paris.
Un gruppo cospicuo delle sue opere si trova a Zurigo (Kunsthaus), dove è stata istituita una fondazione a lui intitolata. | Fonte: © Treccani - Enciclopedia Italiana.