Paolo Caliari (o Cagliari) (1528-1588) prese il cognome Veronese dalla sua città natale, Verona.
Fu un famoso pittore del Rinascimento, il cui lavoro a Venezia fu magistrale.
Insieme ad altri artisti veneziani, come Tiziano (1485-1576) e Tintoretto (1518-1594), Veronese fu uno degli artisti di spicco in città.
Rappresentativo della scuola veneziana, Veronese fu un colorista eccezionale, che dipinse elaborati cicli narrativi in un drammatico stile manierista.
Le figure delle sue opere sono state spesso descritte come aventi il sottile scorcio di Correggio (1489-1534) e l'eroismo di Michelangelo (1475-1564).
La sua formazione a Verona iniziò presto, quando aveva quattordici anni, con Antonio Badile (1518-1560) e Giovanni Francesco Caroto (1480-1558).
Nel 1542 assistette Badile nella realizzazione di una pala d'altare, ed i suoi contributi mostrano che già a quindici anni aveva intrapreso la strada che lo portò a superare il suo maestro.
Continuò a studiare il Manierismo a Parma, e poi a Mantova, dove, nel 1548, dipinse degli affreschi nel duomo.
Si stabilì successivamente a Venezia, dove, nel 1552, realizzò la Sacra conversazione per San Francesco della Vigna.
Si guadagnò presto la reputazione di maestro veneziano, con opere come le Storie di Ester, nella chiesa di San Sebastiano, e quelle per il Palazzo Ducale e la Biblioteca Marciana.
Paolo Veronese è conosciuto soprattutto per le sue monumentali scene di banchetti, come il suo capolavoro, le Nozze di Cana, la Cena in casa di Simone, e la Cena a casa di Levi.
Le sue opere sono fitte di figure e di elaborate decorazioni, ricche nel colore e di abili rappresentazioni architettoniche.
Veronese dipinse molte opere, tra cui soggetti religiosi e mitologici, ma anche ritratti.
Alla Galleria degli Uffizi troviamo: la Sacra famiglia con i santi Caterina e Giovannino, Sant'Agata incoronata dagli angeli, l'Annunciazione, Ester condotta da Assuero, Martirio di santa Giustina, Venere e Mercurio presentano a Giove il figlio Anteros.
La sua eredità ha attraversato i secoli, collocandolo tra i maestri del colore insieme a Tiziano, Pieter Paul Rubens e Rembrandt, a volte superati nell'armonia dei toni e del chiaroscuro.
Il suo laboratorio era un'affermata famiglia di pittori, tra cui il fratello Benedetto Caliari (1538-1598) e i figli, Carlo e Gabriele. | Fonte: © La Galleria degli Uffizi, Firenze