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Fernando Yáñez de la Almedina | Saint Catherine, 1510 | Museo del Prado

This is one of the Spanish Renaissance's most emblematic depictions of a female figure and the best known of Yáñez de la Almedina’s works.
Both considerations are due to the visibility this work has received at the Museo del Prado, where it has been one of the essential icons in its galleries of 16th-century Spanish painting ever since it arrived in 1946.


According to Jacopo de la Vorágine’s The Golden Legend, Saint Catherine of Alexandria was a young, wise and virtuous princess who loved the Lord.
That beautiful young woman reject marrying emperor Maximilian and was therefore subjected to a long martyrdom that included the amputation of both breasts, torture on the wheel, and decapitation.

The different episodes of this legend were assiduously depicted, often as narrative sequences in which the faithful could follow the saint’s heroic vicissitudes.
This form of representation perfected in the Gothic era persisted in Spain throughout the 16th century, but Yáñez, who fully adopted the new formulas of the Italian Renaissance, opted to depict Saint Catherine without narrative components, suggesting them only through her attributes: the sword that decapitated her, the palm leaf of martyrdom and the book that alludes to her wisdom.


His depiction offers a monumental and serene figure directly related to Leonardo da Vinci’s work.
The figure’s sculptural corpulence is marked by a powerful verticality elegantly countered by the harmonious movement of her arms, a trait characteristic of Yáñez, who derived it from Perugino.

The entire figure is conceived with a clarity emphasized by the clear and tranquil lighting that captures her in a single, eternal moment.
Like the female model, the architecture in the background was repeated on other occasions.

Drawn from Florentine models, it suggests the Saint’s regal surroundings, strengthens the figure’s monumentality and defines the composition and space.
Outstanding in this representation is the saint’s rich clothing, a handsome and surprising conjunction of Italian and Spanish elements that range from the Moorish fabric of her tunic, which is decorated with large Kufic and Nesjíe letters and has a luxurious belt at the waist, to the striking pearl choker that bears a splendid Renaissance pendant.

This panel must have been made in Valencia during Fernando Yáñez’s first known period, after he returned to Spain from his studies in Italy.
That would date it from between 1505 and 1510.
The panel was acquired by the Spanish state in 1946 from the Marquis of Casa-Argudín’s collection. | Source: Museo Nacional del Prado


Questa è una delle raffigurazioni più emblematiche di una figura femminile del Rinascimento spagnolo e la più nota delle opere di Yáñez de la Almedina.
Entrambe le considerazioni sono dovute alla visibilità che quest'opera ha ricevuto al Museo del Prado, dove è stata una delle icone essenziali nelle sue gallerie della pittura spagnola del XVI secolo sin dal suo arrivo nel 1946.

Secondo The Golden di Jacopo de la Vorágine Leggenda, Santa Caterina d'Alessandria era una principessa giovane, saggia e virtuosa che amava il Signore.
Quella bellissima giovane donna rifiutò di sposare l'imperatore Massimiliano e fu quindi sottoposta a un lungo martirio che comprendeva l'amputazione di entrambi i seni, la tortura sulla ruota e la decapitazione.
I diversi episodi di questa leggenda venivano assiduamente rappresentati, spesso come sequenze narrative in cui i fedeli potevano seguire le vicende eroiche del santo.

Questa forma di rappresentazione perfezionata in epoca gotica persistette in Spagna per tutto il XVI secolo, ma Yáñez, che adottò in pieno le nuove formule del Rinascimento italiano, scelse di raffigurare Santa Caterina senza componenti narrative, suggerendole solo attraverso i suoi attributi: la spada che decapitata, la palma del martirio ed il libro che allude alla sua sapienza.
La sua rappresentazione offre una figura monumentale e serena direttamente correlata all'opera di Leonardo da Vinci.


La corpulenza scultorea della figura è segnata da una possente verticalità elegantemente contrastata dal movimento armonioso delle braccia, tratto caratteristico di Yáñez, che lo derivò dal Perugino.
L'intera figura è concepita con una chiarezza enfatizzata dall'illuminazione chiara e tranquilla che la cattura in un unico, eterno momento.

Come il modello femminile, l'architettura sullo sfondo è stata ripetuta in altre occasioni.
Tratto da modelli fiorentini, suggerisce l'ambiente regale del Santo, rafforza la monumentalità della figura e definisce la composizione e lo spazio.


Spicca in questa rappresentazione il ricco abbigliamento della santa, bella e sorprendente congiunzione di elementi italiani e spagnoli che vanno dal tessuto moresco della sua tunica, decorata con grandi lettere cufiche e Nesjíe e con una lussuosa cintura in vita, al sorprendente girocollo di perle che porta uno splendido ciondolo rinascimentale.

Questo pannello deve essere stato realizzato a Valencia durante il primo periodo noto di Fernando Yáñez, dopo essere tornato in Spagna dai suoi studi in Italia.
Ciò la farebbe datare tra il 1505 ed il 1510.
La tavola fu acquistata dallo Stato spagnolo nel 1946 dalla collezione del Marchese di Casa-Argudín | Fonte: Museo Nacional del Prado