Nella sera del 28 marzo 1941, poco dopo l'alba devastante della seconda guerra mondiale, la scrittrice Britannica Virginia Woolf (1882-1941), ossessionata dai suoi fantasmi e da sempre incline alla depressione, si riempì di sassi le tasche del soprabito ed entrò nel fiume Ouse dietro la sua casa per non uscirne mai viva.
Prima di lasciarsi morire, Virginia Woolf scrive al marito Leonard Woolf (Scrittore, editore, giornalista e teorico politico Britannico, 1880-1969) una lettera struggente.
Dame Laura Knight | The Dark Pool, 1908-1918
"Carissimo,
Sento con certezza che sto per impazzire di nuovo. Sento che non possiamo attraversare ancora un altro di quei terribili periodi.
E questa volta non ce la farò a riprendermi.
Comincio a sentire le voci, non riesco a concentrarmi.
Così faccio la cosa che mi sembra migliore.
Mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso per me tutto ciò che una persona può essere.
Non credo che due persone avrebbero potute essere più felici, finché non è sopraggiunto questo terribile male. Non riesco più a combattere.
Lo so che sto rovinando la tua vita, che senza di me tu potresti lavorare.
E lo farai, lo so. Vedi, non riesco nemmeno a esprimermi bene. Non riesco a leggere.
Quello che voglio dirti è che devo a te tutta la felicità che ho avuto nella mia vita.
Hai avuto con me un’infinita pazienza, sei stato incredibilmente buono.
Voglio dirti che - lo sanno tutti. Se qualcuno avesse potuto salvarmi questo qualcuno eri tu.
Tutto se ne è andato via da me, tranne la certezza della tua bontà. Non posso più continuare a rovinarti la vita.
Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi".
Virginia Woolf's suicide letter to Leonard Woolf, 1912
Virginia Woolf and Leonard Woolf, 1912
On March 28, 1941, shortly after the devastating dawn of WWII, Virginia Woolf (January 25, 1882–March 28, 1941) filled her overcoat pockets with rocks and walked into the River Ouse behind her house never to emerge alive.
Dearest,
"I feel certain I am going mad again. I feel we can’t go through another of those terrible times.
And I shan’t recover this time.
I begin to hear voices, and I can’t concentrate.
So I am doing what seems the best thing to do. You have given me the greatest possible happiness.
You have been in every way all that anyone could be.
I don’t think two people could have been happier till this terrible disease came.
I can’t fight any longer.
I know that I am spoiling your life, that without me you could work. And you will I know. You see I can’t even write this properly.
I can’t read.
What I want to say is I owe all the happiness of my life to you. You have been entirely patient with me and incredibly good. I want to say that - everybody knows it. If anybody could have saved me it would have been you.
Everything has gone from me but the certainty of your goodness. I can’t go on spoiling your life any longer.
I don’t think two people could have been happier than we have been".
Virginia Woolf