Edward Hopper, considerato il migliore pittore realista Americano del XX secolo, è stato un pittore famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea.
Il successo ottenuto con una mostra di acquerelli 1923 e con un'altra di dipinti 1924 contribuiscono a fare di Hopper il caposcuola dei realisti che dipingevano la "scena americana".
La sua evocativa vocazione artistica si rivolge sempre più verso un forte realismo, che risulta la sintesi della visione figurativa combinata con il sentimento struggente e poetico che Hopper percepisce nei suoi soggetti.
Diceva: "non dipingo quello che vedo, ma quello che provo".
Predilige immagini urbane o rurali, immerse nel silenzio; i suoi spazi sono reali ma in essi c'è qualcosa di metafisico, senza alcun accostamento alla corrente italiana, che comunica allo spettatore un forte senso di inquietudine.
La composizione dei quadri è talora geometrizzante, sofisticato il gioco delle luci fredde, taglienti e volutamente "artificiali", sintetici i dettagli.
La scena è spesso deserta; raramente vi è più di una figura umana, e quando ve ne è più di una, sembra emergere una drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti che ne accentua la dolorosa solitudine.
Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio".
Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici simili a quelli degli impressionisti, che aveva visto dal vero, come si è detto, a Parigi all'inizio del Novecento, ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua volta da cineasti e fotografi.
Nel 1937 Hopper acquista una casa a Truro (Massachusetts), nella penisola di Cape Cod, dove da allora iniziò a passare regolarmente i mesi estivi.
Il paesaggio di Cape Cod, con le sue dune, case e fari, si ritrova in molti suoi dipinti, come The House on The Hill, Cape Cod Evening o Cape Cod Morning.
Nel 1933 il Museum of Modern Art di New York gli dedica la prima retrospettiva e il Whitney Museum of American Art, la seconda nel 1950.