Rispetto alle Storie di san Francesco, le scene hanno una composizione narrativa più semplice e chiara e un minor affollamento dei personaggi. Si assiste a un maggiore affinamento dei mezzi espressivi, ad una più forte padronanza della composizione per gli effetti narrativi, dei gesti, delle posture, delle espressioni, della cromìa.
Le figure hanno un volume ancora più reale che ad Assisi, avvolte da ampi mantelli attraverso cui si capisce la modellazione dei corpi sottostanti. La stesura pittorica è più morbida e densa, con un modellato più fuso che dà alle figure un risalto più pieno e meno tagliente.
Le scene hanno la solennità degna della loro sacralità, i volti e i gesti mostrano i moti più intimi dell'anima. Le figure protagoniste sono sempre maestose e importanti, in un inimitabile equilibrio tra la gravitas della statuaria classica e le eleganze della cultura gotica, con espressioni sempre concentrate e profonde.
Più libero è l'approccio alle figure di contorno, vivacissime nelle fisionomie, nei gesti e negli atteggiamenti.
San Michele trafigge Satana
Senza rinunciare all'alta intonazione narrativa, l'artista mette in luce in queste figure particolari di crudo realismo tipici della vita di tutti i giorni.
Giotto coglie lo sguardo e i sentimenti dei personaggi che partecipano alle scene da protagonisti, manifestando ognuno la propria personalità tanto che dai volti traspaiono lo stupore, il dolore, la disperazione, la gioia, l'attesa, la spiritualità, i più diversi sentimenti.
Anche le architetture di sfondo, una delle caratteristiche più evidenti di Giotto, non presentano più incertezze e concessioni allo sfondo irreale. Sono chiare e reali, proporzionate con le figure che interagiscono con esse. Per esempio nella Presentazione della Vergine al Tempio vi sono più forme combinate che creano un notevole gioco di vuoti e pieni, con zone aperte in piena luce e recessi coperti in una fitta ombra.
Anche la Cacciata dei mercanti dal Tempio presenta un'articolata costruzione tridimensionale (eloquente è il gesto minaccioso del Cristo infuriato che alza il pugno), oppure nella scena delle Nozze di Cana.
La prospettiva è meno aggettante rispetto agli affreschi di Assisi, ma ciò è da mettere in relazione con il minor spazio della cappella rispetto alla Basilica superiore di san Francesco e alla necessità di circoscrivere maggiormente l'alta intonazione narrativa delle scene.
Un altro raggiungimento tecnico di questi affreschi è la rappresentazione dell'aureola in scorcio prospettico nelle figure di profilo, in sintonia con il rispetto dello spazio in tutte le raffigurazioni.
I preziosi pigmenti che da tutto il bacino del Mediterraneo arrivavano a Venezia furono sicuramente approvvigionati per il lavoro del maestro a Padova: rosa, gialli, arancioni e l'azzurrite, che dà un tono intenso agli sfondi dei cieli.
Nel celeberrimo Compianto sul Cristo morto i personaggi hanno espressioni di vero dolore e i loro gesti amplificano con realismo la drammaticità della scena.
La composizione appare molto raffinata, con un gioco di linee oblique parallele che indirizzano lo sguardo dello spettatore inequivocabilmente verso il nodo della scena, dove Maria abbraccia con incredula disperazione le spalle e le braccia del figlio morto.
L'Arco trionfale - L'annunciazione
Le pose dei personaggi sono quanto mai varie: san Giovanni di profilo con le braccia spalancate in una costernata sorpresa, la donna con le mani sotto al mento, la misteriosa figura di spalle in primo piano a sinistra. Alcuni hanno notato come le pose patetiche del Compianto siano derivate probabilmente da un sarcofago antico a Padova, il Sarcofago di Meleagro, ma comunque Giotto ha dimostrato un pieno dominio nella pittura per l'espressione di valori universali.
Anche in altre scene Giotto usa figure di spalle, per dare alle scene ritmo e l'effetto di quotidiana casualità nella quale lo spettatore possa riconoscere il proprio mondo. Nella famosa scena dell'Incontro alla Porta d'Oro rappresentò con gesti teneri il primo bacio dell'arte italiana (e ultimo per lungo tempo). Dietro di loro un'emblematica figura coperta da un mantello nero mostra soltanto metà del suo volto, mentre a sinistra un pastore sta arrivando: colto durante il movimento è raffigurato solo per metà nella scena.
Un altro straordinario momento è quello della Cattura di Cristo, dove un gioco di linee simili a quelle del Compianto, fa convergere lo sguardo al serratissimo incrocio faccia a faccia tra Cristo e Giuda.
Si può quindi dire che Giotto ha attuato una riscoperta del vero (il vero dei sentimenti, delle passioni, della fisionomia umana, della luce, e dei colori) nella certezza di uno spazio misurabile, anticipando la prospettiva del Quattrocento. | Fonte: © Wikipedia
Il bacio di Giuda
Il Battesimo di Gesù
Cacciata dal tempio
Il museo civico di Padova La Cappella degli Scrovegni, dedicata a Santa Maria della Carità ed affrescata tra il 1303-1305 da Giotto (1267-1337) su incarico di Enrico degli Scrovegni, costituisce uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale.
Il senso della natura e della storia, il senso d'umanità e di fede fusi assieme per narrare in un modo unico, irripetibile le storie della Madonna e di Cristo.
Colore e luce, poesia e pathos, l'uomo e Dio. La narrazione ricopre interamente le pareti con le storie della Vergine e di Cristo, mentre nella contro-facciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvazione umana.
Giotto termino' gli affreschi entro i primi mesi del 1306.
Dal 2021 fa parte dei patrimoni dell'umanità UNESCO nel sito dei cicli di affreschi del XIV secolo di Padova[2]. I dipinti celati all'interno della cappella degli Scrovegni diedero il via a una rivoluzione pittorica che si sviluppò in tutto l'arco del 1300 e che influenzò la storia della pittura.
L'architettura e' molto semplice:
- un'aula rettangolare con volta a botte,
un'elegante trifora gotica in facciata,
alte e strette finestre sulla parete sud,
un'abside poligonale poi sopraelevata per la cella campanaria".
Il ciclo pittorico della Cappella è sviluppato in tre temi principali:
- gli episodi della vita di Gioacchino e Anna,
- gli episodi della vita di Maria,
- gli episodi della vita e morte di Cristo.
In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù.
Enrico Scrovegni offre alla Madonna un modellino della cappella
L'Inferno
Pianto sul Cristo morto
Cristo Giudice
Elia rapito sul carro di fuoco
Flagellazione
Fuga in Egitto
Giona inghiottito dalla balena
Il Giudizio Universale
Il sogno di Gioacchino
L'incoronazione della Vergine
La circoncisione
La creazione dell'uomo
La Natività
La strage degli innocenti
L'Adorazione dei Magi
L'annuncio ad Anna
L'Ascensione
L'assunzione della Vergine
Il lavaggio dei piedi
L'Inferno
Maria nella scena dell'Annunciazione
Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia
Mosè riceve le tavole della Legge
La nascita della Vergine