Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Milano 1571 - Porto Ercole 1610,
è stato un pittore italiano. Attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra
il 1593 e il 1610, fu uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi,
dalla fama ancora oggi universale.
Il pittore apparteneva ad una
famiglia stimata e abbastanza agiata.
La sua vocazione deve essersi
manifestata molto presto, poiché già nel 1584 entra come allievo nella
bottega del pittore bergamasco Simone Peterzano, allievo di Tiziano.
E' un
periodo in cui si avvale di alcuni protettori, tra cui gli Sforza e i
Colonna, oppure come ad esempio il cardinale Del Monte, che lo alloggia nel
suo palazzo e gli commissiona nature morte.
Nel 1592 l'irrequieto
pittore decide di trasferirsi a Roma, dove è accolto fra la servitù di
Pandolfo Pucci, un nobile locale.
Ancora poco autonomo si vede costretto a
lavorare per artisti piuttosto noti al tempo, come Antiveduto Grammatica,
Lorenzo Siciliano o Giuseppe Cesari noto come il Cavalier d'Arpino, pittore
di soggetti floreali, di nature morte o di soggetti religiosi.
In
questi anni "fu assalito da una grave malatia che, trovandolo senza denari,
fu necessitato andarsene allo Spedal della Consolazione" (Baglione): è il
periodo in cui dipinge i famosi ritratti allo specchio ed il "Bacchino
malato" (conservato nella Galleria Borghese).
La svolta nella carriera
di Caravaggio è segnata dall'acquisto de "I bari" da parte del cardinal
Francesco Maria del Monte: dopo questo avvenimento, si trasferisce in
Palazzo Madama, residenza del cardinale, dove resta fino al 1600.
L'ammirazione del cardinale viene condivisa anche da un suo importante
vicino di casa, il marchese Vincenzo Giustiniani, residente nel palazzo di
famiglia sito a pochi passi da Palazzo Madama. Oltre al Giustiniani figurano
tra i committenti di Caravaggio importanti famiglie quali i Barberini, i
Borghese, i Costa, i Massimi ed i Mattei.
Ma gli episodi della vita
dell'artista durante questi primi anni romani rimangono oscuri e
inquietanti. Nel 1597 gli viene chiesto di dipingere alcune tele per la
cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi ("Vocazione e martirio di San
Matteo, San Matteo e l'angelo") che lo rendono celebre e contestato.
Di
quest'ultima opera dovrà fornire una nuova versione, poiché era stata
giudicata volgarmente irriverente. Da allora e fino al 1606, la storia di
Caravaggio è costellata da vari avvenimenti truci e violenti che si
sovrappongono.
Da un lato realizza numerose opere di notevole importanza che
sottolineano la sua fecondità e potenza creativa: tanto per fare un esempio,
tra il 1600-1601 dipinge la "Crocifissione di San Pietro" e la
"Conversione di San Paolo"; nel 1604 la "Madonna dei pellegrini o di
Loreto", nel 1605 la "Morte della Vergine", rifiutata dai religiosi di Santa
Maria della Scala e acquistata invece dal duca di Mantova, su consiglio del
giovane Rubens.
Negli stessi anni segnati da questa esplosione
creativa, a partire dal 1603, si succedono senza interruzione denunce alla
polizia, risse, processi: nel 1605 Caravaggio si rifugia a Genova, dopo aver
ferito un cancelliere in tribunale.
Nel maggio del 1606, un duello si
conclude tragicamente con l'uccisione del suo avversario (ma lui rimane
comunque ferito), omicidio che lo costringe a fuggire, prima a Palestrina e
poi nell'Italia meridionale. Comincia allora una vita da fuggiasco, in cui
si alternano successi e sventure.
Nel 1607 si reca a Napoli dove esegue per
chiese e conventi alcuni capolavori come la "Flagellazione di Cristo" e le
"Sette opere di misericordia".
Ma le sue peregrinazioni non si fermano
e anzi lo portano, siamo nel 1608, fino a Malta. Il ritratto del gran
maestro Alof de Wignacourt gli vale altre ordinazioni, in particolare il
grande "notturno" della "Decollazione di san Giovanni Battista", conservato
appunto nel duomo di La Valletta.
Caravaggio è accolto nell'ordine dei
Cavalieri, ma notizie provenienti da Roma, riguardanti i motivi del suo
esilio, provocano un'inchiesta e quindi l'ennesima fuga del pittore.
In autunno si reca in Sicilia. dove, spostandosi da una città
all'altra lascia numerosi esempi del suo genio: il "Seppellimento di Santa
Lucia", eseguito a Siracusa per l'omonima chiesa; la "Resurrezione di
Lazzaro" e l'"Adorazione dei pastori" oggi esposte al museo di Messina e una
"Natività", conservata nell'oratorio di San Lorenzo a Palermo.
Ritornato a
Napoli nell'ottobre del 1609, è aggredito e gravemente ferito. Nel contempo
i suoi protettori romani si adoperano per ottenergli la grazia. Ancora
convalescente si imbarca nel luglio del 1610 per lo Stato pontificio.
Arrestato per errore alla frontiera di Porto Ercole e liberato due giorni
dopo, vaga lungo le spiagge alla vana ricerca della barca che lo aveva
trasportato lì. Colpito dalla febbre, Michelangelo Merisi si spegne il 18
luglio 1610 in una locanda, in solitudine, qualche giorno prima che fosse
annunciata l'approvazione della domanda di grazia.